Una lunga azione di Beuys che dalla Germania vola a New York, si fa portare in ambulanza nella galleria Renè Block e qui trascorre tre giorni in una grande gabbia vuota insieme a un coyote. La performance (1974) si focalizza sul rapporto dell’artista con il coyote (animale selvaggio), simbolo di un mondo scomparso. Beuys, avvolto in una coperta di feltro e provvisto di altri suoi segni identitari – cappello, gilet e bastone da bastone eurasiatico – incarna una presenza silenziosa che progressivamente è accettata dal coyote: tra uomo e animale si stabilisce una comunicazione che assume il senso di una riconciliazione tra natura e cultura. “I like America and America likes me” è stato girato su pellicola di 16 mm, piano fisso e a colori, e poi riversato in bianco e nero. Come in altri lavori di Beuys il video è inteso come una sostanza intermediaria, duttile e reattiva, capace di attivare uno scambio di informazioni e di idee: per questo l’artista si preoccupa di ridurre in termini elementari le caratteristiche linguistiche del mezzo eliminando ogni effetto che possa sovrapporsi al messaggio e interferire con l’evento. Sta agli spettatori reagire, prendere coscienza, utilizzare il potenziale energetico del mezzo e dell’azione che in esso è prolungata.
Link: http://www.edueda.net/index.php?title=I_Like_America_and_America_Likes_Me
http://circololeopardi.ilcannocchiale.it/2012/02/28/joseph_beuys.html
Interessante.
Grandissimo Beyus, il gruppo Fluxus è uno dei miei preferiti!
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Quest’opera è bellissima. La presenza degli animali selvaggi ormai è ridotta al minimo. Eppure sono loro a mandare avanti la catena alimentare. Sicuramente il video dev’esser molto emozionante.